domenica 5 febbraio 2012

I piani

Figura intera (F.I.)
Fotogramma tratto dal film "Forrest Gump" - Robert Zemeckis, 1994
È l'inquadratura del personaggio dalla testa ai piedi. Il centro d'attenzione inizia a essere la persona, benché si abbia ancora la possibilità di valutarne la posizione nello spazio: la funzione di ciò che sta dietro o davanti al soggetto è ancora importante. Con la F.I. Si descrivono le azioni di un personaggio senza rinunciare alla coralità della scena.


Piano americano (P.A.)
Fotogramma tratto dal film "Il sorpasso" - Dino Risi, 1962
Inquadratura del personaggio dalle ginocchia in su. Il P.A., noto anche come hollywoodiano, è stato inventato dai registi americani di film western per evidenziare le pistole dei cow-boys. Il piano americano mostra ancora lo sfondo.



Piano medio (P.M.)
Fotogramma tratto dal film "Il ciclone" - 1996, Leonardo Pieraccioni
Inquadratura del personaggio dalla vita in su. L'attenzione si restringe sempre di più sulla figura umana senza eliminare completamente l'ambiente circostante. Il piano medio viene spesso utilizzato quando si vogliono illustrare i rapporti tra i personaggi - come nel caso di un colloquio tra due persone girato secondo la logica del campo-controcampo - oppure la gestualità e le espressioni del soggetto inquadrato.


Primo piano (P.P.)
Fotogramma tratto dal film "Alice in Wonderland" - Tim Burton, 2010
Inquadratura del volto del personaggio, può comprendere anche le spalle. La caratteristica principale del P.P. è quella di avvicinare lo spettatore ad una persona, eliminando del tutto lo sfondo dall'inquadratura. Tale isolamento visivo origina un'immagine molto forte, attraverso cui è possibile “vedere” sentimenti ed emozioni di un personaggio.


Primissimo piano (P.P.P.)
Fotogramma tratto dal film "Titanic" - James Francis Cameron, 1997
Inquadratura concentrata sulla bocca e sugli occhi. Il P.P.P. isola la parte inquadrata dal resto dell'azione. È utilizzata per raccontare meglio stato d'animo e sentimenti di un personaggio, se chiaramente inserita nel contesto di una scena, oppure per disorientare lo spettatore se viene a mancare un rapporto chiaro tra il particolare (P.P., P.P.P., D.) e l'insieme (T.).



Dettaglio (D.)
Fotogramma tratto dal film "La mummia" - Stephen Sommers, 1999
Particolare ravvicinato di un oggetto o di un corpo. Il D. mostra parti molto piccole di oggetti o persone, immagini che in una visione d'insieme potrebbero sfuggire o passare inosservate. Durante le riprese di una scena è buona norma girare molti dettagli: in fase di montaggio il loro inserimento può risolvere problemi di raccordi.

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