martedì 28 febbraio 2012

Il montaggio del video digitale


Il video digitale introduce forti innovazioni sul fronte della sua manipolazione. La sua rielaborazione può avvenire direttamente sulle video camere digitali (almeno in quelle che sono provviste di funzioni di editing) o più comodamente sul computer. Elaborare un video digitale al computer consente rapidi taglia-incolla e numerose altre possibilità di manipolazione. Esistono decine di software per elaborare i video: dai programmi pre-installati con il sistema operativo alle soluzioni di editing in Internet, ai prodotti professionali.

Il software per il montaggio del video digitale è in grado di aprire il file e di effettuarne una facile editazione, permettendo di operare all'interno del video con modalità analoghe a quelle di un programma di scrittura di testi: è possibile tagliare e spostare, così come cancellare o duplicare parti interne al video.

mercoledì 15 febbraio 2012

Regola dei 180 gradi


Una tecnica di ripresa diffusa è quella relativa alla continuità visiva: di sguardi, direzione e movimento. Per ottenere, in fase di montaggio, l'illusione della continuità visiva è necessario realizzare le inquadrature da posizioni non casuali: lo spazio di ripresa utilizzabile è pari a 180 gradi, quindi il set deve essere diviso in due parti da una linea immaginaria e soltanto una di queste può essere utilizzata per l'effettuazione delle riprese. 

Inquadratura oggettiva e soggettiva



La scomposizione di una scena in inquadrature riprese da diversi punti di vista determina il carattere ubiquo dello spettatore, il quale osserva ciò che succede, di volta in volta, dalle posizioni migliori.

Campo e fuoricampo


L'inquadratura non comunica solo con gli elementi presenti all'interno della stessa (in campo), ma anche con ciò che non si vede, posto oltre i suoi bordi, (fuoricampo).
Nel decidere che cosa riprendere, il regista automaticamente decide anche cosa non riprendere: questa porzione di spazio, esclusa dai margini dell'inquadratura, a volte è più importante dello spazio inquadrato. 


martedì 7 febbraio 2012

I movimenti di macchina


Oggi, grazie alle innovazioni tecniche, ai dispositivi di ripresa sono consentiti spostamenti di tutti i tipi. Tali movimenti hanno delle connotazioni molto precise: salire, scendere, girare, allontanarsi, avvicinarsi sono movimenti fisici che associamo alle sensazioni e ai sentimenti. Pertanto, quando si riproducono tali movimenti con una cinepresa, si provocano una gamma di emozioni analoghe nello spettatore.

domenica 5 febbraio 2012

Composizione dell'immagine

Per costruire in modo efficace un'inquadratura è necessario essere in grado di applicare i principi di composizione (di derivazione fotografica e pittorica), che permettono di creare immagini gradevoli da un punto di vista visivo e soprattutto di guidare l'attenzione dello spettatore verso determinate parti dell'inquadratura. L'imprecisione compositiva priva lo spettatore di una comprensione più profonda e generale delle idee e dei pensieri dell'opera.

Angolazione della ripresa

Una volta individuato il punto in cui sistemare la macchina da ripresa, occorre stabilirne l'angolazione: decidere se riprendere dall'alto, dal basso o in modo frontale. Anche queste scelte influenzano la percezione degli spettatori. 

I piani

Figura intera (F.I.)
Fotogramma tratto dal film "Forrest Gump" - Robert Zemeckis, 1994
È l'inquadratura del personaggio dalla testa ai piedi. Il centro d'attenzione inizia a essere la persona, benché si abbia ancora la possibilità di valutarne la posizione nello spazio: la funzione di ciò che sta dietro o davanti al soggetto è ancora importante. Con la F.I. Si descrivono le azioni di un personaggio senza rinunciare alla coralità della scena.

I campi

Campo lunghissimo (C.L.L.)
Uno dei primi fotogrammi dell'apertura del film "Psycho" - Alfred Hitchcock, 1960
Il campo lunghissimo - campo in cui lo spazio ripreso è molto vasto - mostra l'ambientazione generale della scena.

Nel C.L.L. possono trovare spazio le figure umane, ma a causa dell'enorme distanza dalla macchina da ripresa le loro azioni non sono “leggibili”. La poca leggibilità del C.L.L. può limitarne l'utilizzo: il grande schermo cinematografico supporta meglio del televisore le inquadrature ampie poiché dettagli chiaramente riconoscibili in una sala cinematografica possono perdersi sullo schermo televisivo; la Rete necessita di inquadrature ancora più strette.

I campi lunghissimi spesso vengono utilizzati per rappresentare la solitudine o l'impotenza dell'individuo in un ambiente estraneo.

mercoledì 1 febbraio 2012

Campi e piani


Lo spazio che l'obiettivo della telecamera delimita si misura facendo riferimento alla figura umana (piani), oppure ai paesaggi (campi).

Il linguaggio delle riprese


Tecnicamente l'inquadratura è quella parte di pellicola (o nastro magnetico o supporto digitale) impressionata senza interruzione durante l'effettuazione delle riprese, compresa tra Motore!Stop!.

In montaggio, l'inquadratura diventa quella parte di pellicola (o nastro magnetico o supporto digitale) compresa tra l’in e l’out che determinano l'effettiva durata della ripresa originale.

Tra le caratteristiche (o codici) dell'inquadratura troviamo la scala dei campi e dei piani, i gradi di angolazione e inclinazione, i movimenti di macchina, lo sguardo oggettivo o soggettivo, i principi di composizione ecc.

Tuttavia la grammatica audiovisiva poco si presta a definizioni rigide: il significato di un'inquadratura non è infatti univoco, ma dipende dal contesto narrativo-espressivo in cui è inserita.

(Nella foto: David Wark Griffith, sceneggiatore, produttore e regista che contribuì a scrivere le regole del cinema)

La produzione


Nella fase di produzione vengono effettuate le riprese previste dal progetto: è importante considerare tanto gli aspetti tecnologici - il corretto utilizzo delle tecniche che permettono la registrazione di immagini e suoni - quanto quelli espressivi, ossia il corretto uso del linguaggio audiovisivo.

Lo spoglio della sceneggiatura



Lo spoglio della sceneggiatura si effettua per le singole scene e da questo deve risultare tutto l'occorrente (umano, tecnico, scenografico ecc.) per l'effettuazione delle riprese. Si tratta di un lavoro di precisione che deve riuscire a portare sia gli elementi materiali e visibili sia le necessità non immediatamente evidenti, attraverso la compilazione di appositi moduli da cui devono scaturire le seguenti indicazioni: 

  • il set previsto dalla sceneggiatura (ad esempio cucina di Maria) e la località in cui sarà girata la scena (ad esempio appartamento di F Rossi, via Cavour 24, Ferrara); 
  • la previsione dei giorni di lavorazione della scena; 
  • i personaggi principali e secondari, le comparse; 
  • l'azione o il contenuto della scena; 
  • il fabbisogno scena (mobili, arredi, oggetti); 
  • costumi necessari; 
  • la presenza di animali, armi, effetti speciali e sonori; 
  • fabbisogno tecnico: telecamere, obiettivi, attrezzature di ripresa video e audio; 
  • alla voce Varie è possibile inserire elementi che non trovano posto nelle voci specifiche.

Il rapporto con l'esperto dei contenuti



Il realizzatore di audiovisivi è chiamato ad affrontare argomenti vari e può anche cimentarsi in una materia sconosciuta o conosciuta superficialmente. In questi casi occorre un lavoro di collaborazione tra l'autore audiovisivo e l'esperto dei contenuti, ad esempio uno storico, un medico, un filosofo, un antropologo, ecc.


Il rapporto di collaborazione tra queste due figure deve essere finalizzato alla creazione di un prodotto dal perlomeno corretto contenuto scientifico raccontato con il linguaggio delle immagini in movimento. Purtroppo spesso il regista, forte della propria conoscenza del linguaggio e delle tecnologie audiovisive, cerca di imporre il proprio punto di vista a discapito del rigore scientifico, per cui capita che l'aspetto contenutistico venga messo in secondo piano rispetto alla forma estetica o spettacolare.

La sceneggiatura: commento parlato e colonna sonora



Un buon realizzatore di audiovisivi non fiction si interroga su come raccontare attraverso una rappresentazione visiva, sia perché spesso il pubblico ricorda principalmente ciò che viene mostrato e dimentica ciò che viene detto, sia perché esistono mezzi espressivi più funzionali alla parola scritta (letteratura, giornalismo) e a quella speakerata (radio). 

Spesso la forma parlata è utilizzata come modalità espressiva principale: più per incapacità professionale, alla base di una sceneggiatura vi è un testo scritto che viene successivamente speakerato e che finisce col diventare la guida per la fase realizzativa, provocando ciò che è definito uso radiofonico del linguaggio televisivo: una trasmissione di informazioni, così come avviene alla radio, che subordina il canale visivo alla parola e non sfrutta il potere comunicativo dell'immagine.

La sceneggiatura: forma e stile


La forma della sceneggiatura più comune di un audiovisivo non fiction è simile alla sceneggiatura all'italiana: il foglio è diviso in due parti su cui trovano posto, da un lato, le indicazioni relative al visivo (immagini reali, ricostruite, sintetiche), dall'altra quelle relative alla colonna sonora (dialoghi, commento parlato, testimonianze, musica, rumori). In alcuni casi è consigliabile lavorare su tre colonne: la prima riservata alle immagini, la seconda alle voci - dialoghi, testi delle interviste, commento parlato o speaker -, la terza alla musica e ai rumori.

La sceneggiatura


Nei documentari, in cui non è possibile prevedere tutto in anticipo, o in quei lavori in cui si cerca un rapporto molto stretto con situazioni reali (si lascia spazio al caso e all'improvvisazione), la forma della sceneggiatura non è facilmente prevedibile. Per questo motivo si parla di sceneggiatura come work in progress.

Come detto, in molti lavori a carattere documentaristico la fase di ideazione-progettazione (soggetto-scaletta) è finalizzata a individuare la struttura dell'audiovisivo e a determinare le riprese da eseguire; soltanto dopo l'effettuazione delle riprese (prima del montaggio) è possibile organizzare in una sceneggiatura abbastanza dettagliata i materiali che si hanno a disposizione. 

La scaletta e il trattamento


La scaletta

Così come avviene per un prodotto audiovisivo di finzione, nella scaletta vengono indicati, punto per punto, gli avvenimenti principali del documentario: in tal modo si valuta se le testimonianze degli esperti sono molto lunghe, oppure povere di materiale visivo, se la struttura complessiva è lenta, se il ritmo è consono agli obiettivi del prodotto ecc. La scaletta deve contenere indicazioni sulle situazioni da riprendere e sul come vanno riprese.


Il soggetto


Scrivere un buon soggetto a carattere documentaristico non può prescindere dalla conoscenza approfondita della tematica da trattare. Pertanto, se l'autore del soggetto non è esperto del contenuto, deve avvalersi di un consulente scientifico; se, al contrario, il soggetto è scritto da un esperto della materia (quindi un non conoscitore del linguaggio delle immagini e dell’audiovisivo), costui deve collaborare con un professionista della comunicazione audiovisiva. La collaborazione tra queste due figure evita problemi sul piano della validità scientifica dei contenuti e sulla modalità della loro trasmissione. 

L'idea


L'idea deve essere elaborata in modo semplice e sintetico e deve rispondere alle seguenti domande: Che cosa si vuole raccontare? e Qual è il tema o il contenuto del prodotto audiovisivo? 

La progettazione


Prima di un qualsiasi prodotto audiovisivo, c'è un progetto che prevede in linea di massima il risultato finale di ciò che si intende realizzare. Si parte da uno spunto iniziale, il progetto poco per volta assume una forma, diventa visibile, viene elaborato in una struttura narrativa che possa essere trasformata in un racconto composto da immagini in movimento, suoni, dialoghi, segni grafici e fotografici. Questo processo rappresenta la pre-produzione.